La storia delle chiacchiere di Carnevale affonda le radici nell’epoca dell’Antica Roma, cucinate per celebrare i Saturnali, ossia una festa simile al Carnevale che conosciamo tutti.
L’antica ricetta delle chiacchiere di Carnevale, prevedeva un impasto fatto con la tipica farina di farro, che ha nutrito generazioni di antichi romani, impastata con uova, da cui si ricavavano frittelle da friggere nello strutto e poi tuffate nel miele.
Oggi le chiacchiere di Carnevale hanno un aspetto tipico di sfoglie sottili, dalla forma rettangolare, dorate, piene di bolle. Croccanti al morso, leggere e scioglievoli al palato.
La cottura delle chiacchiere di Carnevale prevede il metodo classico della frittura che – se ben fatta – è la migliore nel conferire il sapore tradizionale e l’estetica che ci si aspetta da questo dolce. L’alternativa alla frittura prevede le chiacchiere di Carnevale cotte in forno, ossia una variante che rende il dolce meno grasso e preserva la casa dal tipico odore di fritto (cosa non da poco direi!).
Al di là della cottura che preferite, è incontestabile che le chiacchiere restano uno dei dolci d’elezione durante il periodo carnevalesco.
Con il termine carnevale (dal latino “carnem levare”, ossia privarsi della carne) si indicava l’ultimo banchetto che si teneva il giorno prima che iniziasse il periodo di Quaresima, quindi il martedì grasso che precede il mercoledì delle ceneri. È dunque una festa consolidata nei Paesi di tradizione cattolica.
I festeggiamenti del carnevale in Italia sono molteplici, tra i più rappresentativi abbiamo il carnevale di Venezia, con le sue celeberrime maschere, ed il carnevale di Viareggio con i sorprendenti carri; mentre a livello mondiale è ben noto il carnevale di Rio, in Brasile, famoso per le sue danze popolari che attirano persone da tutto il mondo.
Altri nomi delle chiacchiere di Carnevale, variano a seconda della regione d’Italia in cui si mangiano, ma la ricetta è molto simile quasi ovunque. Magari varia lo spessore o l’aroma: c’è chi inserisce nell’impasto della grappa, chi del Marsala, chi del vino bianco, chi del Vin Santo.
Se mangi le chiacchiere a Bologna, ad esempio, si chiamano sfrappole, se le mangi in Liguria, sono le bugie, ti sposti a Roma e sono le frappe, ti sposti in Veneto e mangi i galani, sali ancora più a nord in Trentino e mangi i crostoli, riscendi lo stivale e in Campania sono le chiacchiere, chiamate così in seguito ad una richiesta di un dolce particolare da consumare durante le chiacchierate della Regina Margherita di Savoia, con i suoi ospiti. Così il cuoco di corte, Raffaele Esposito, creò questo dolce, dandogli appunto il nome di chiacchiere.
Potrei continuare l’elenco con le varie declinazioni di nomi delle chiacchiere di Carnevale, a seconda della zona della regione, quindi cercare la nicchia della nicchia, ma sarebbe forse impossibile elencarli tutti.
Ve ne lascio qui alcuni, perché ci sono nomi così buffi che sarebbe un peccato ometterli: lattughe in provincia di Brescia e di Mantova, fiocchetti (perché le strisce formano un fiocco) sulla costa romagnola, cunchielli in alcune zone del Molise, maraviglias in Sardegna.
Insomma: regione che vai, nome e forma che trovi! E per omaggiare il Carnevale inteso come giornata colorata, ho deciso di conferire alle mie chiacchiere la tipica forma delle mascherine carnevalesche colorate.
RICETTA PER 120 CHIACCHIERE DI CARNEVALE
- 500 gr farina 0
- 3 uova
- 65 gr di burro a temperatura ambiente
- 50 gr vino bianco
- 50 gr zucchero semolato
- 1 limone grande non trattato
- 2 gr di sale
- colorante alimentare in gel (facoltativo)
- zucchero a velo q.b.
- olio di semi (per la frittura)
REALIZZAZIONE CHIACCHIERE DI CARNEVALE
Premessa: il procedimento in planetaria o eseguito a mano richiede gli stessi passaggi, quindi non cambia nulla.
Nella ciotola della planetaria unite le uova, lo zucchero, il sale, il vino e la scorza grattugiata del limone, quindi impastate.
Appena gli ingredienti si saranno amalgamati unite la farina, tutta, ed il burro tagliato a cubetti. Continuate ad impastare (1).
Realizzate un panetto, ed a questo punto – se volete ottenere delle chiacchiere di carnevale colorate – dividetelo in parti uguali per quanti colori vorrete ottenere. Ad esempio: io ho utilizzato 4 colori differenti, quindi ho pesato il panetto e l’ho diviso per quattro (2).
Avvolgete ciascun panetto nella pellicola o in un sacchetto per alimenti, e lasciate riposare l’impasto a temperatura ambiente per trenta minuti (se avete un ambiente molto caldo, mettete i panetti in frigo).
Trascorso questo tempo, potete stendere l’impasto delle chiacchiere di Carnevale. Vi consiglio di utilizzare la sfogliatrice per la pasta (se ne siete in possesso) dal momento che vi occorrerà una sfoglia molto sottile; qualora ne siate sprovvisti, niente paura: basta utilizzare un pochino “d’olio di gomito” 😉
Tirate le sfoglie fino al terzultimo spessore della sfogliatrice, quindi tagliatele con la rotellina, un coltello oppure – come ho fatto io – con uno stampo a piacere (io ho usato lo stampo delle maschere di Carnevale). (3)
Man mano disponetele su un vassoio con carta da forno leggermente infarinato, cosi da non correrre il rischio che possano attaccarsi; quindi portate a temperatura l’olio di semi e procedete con la frittura.
Richiedono davvero pochissimo tempo di cottura: appena tufferete le chiacchiere di Carnevale nell’olio le vedrete risalire a galla con le caratteristiche bolle. Da quell’istante, altri cinque secondi di cottura e potrete poi sollevarle con l’ausilio di una schiumarola. Poggiate le chiacchiere di Carnevale in un vassoio con carta assorbente affinché depositino l’olio in eccesso. Quindi non vi resta che spolverarle con lo zucchero a velo e goderne! (4)
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