Quand’ero una spensierata universitaria mi svegliavo presto al mattino, preparavo le mie dispense, mi armavo di borsa e correvo dritta alla stazione per salire poi sul convoglio che mi avrebbe portato in città.
Appena giungevo in centro, prima di recarmi in facoltà, avevo una destinazione obbligatoria, quale il bar, e la mia abituale colazione era a base di brioches col tuppo e caffè espresso. Alla pari di un rito imprescindibile.
La colazione con caffè e brioches scandiva l’inizio vero e proprio di quella che sarebbe poi stata una lunga giornata tra libri, corsi, ricevimenti dai prof e chiacchiere con i compagni di studio.
A quella colazione, tutt’ora, attribuisco nostalgici ricordi che, di tanto in tanto, si fanno spazio nella mia mente.
Ricordo che un giorno furono soppressi alcuni treni che interessavano la mia tratta abituale; io avevo un esame proprio nella sessione mattutina dello stesso giorno. Mentre mi dimenavo con tratte alternative e biglietti del pullman al botteghino, mi scrisse una mia compagna per informarmi sul ritardo del prof, anch’esso vittima delle ferrovie italiane. Le tratte degli autobus, ahimè, erano troppo lunghe rispetto ai miei tempi, ma non avevo alternative, e decisi di salire quindi sul pullman, restando in perenne contatto con i colleghi universitari circa l’evolversi in aula.
Miracolosamente giunsi in facoltà (seppure in forte ritardo!) prima del professore. E di li a poco, il suo collaboratore dottorando ci informò che sarebbe iniziata una pausa di mezz’ora, dopodichè gli esami avrebbero preso luogo.
Al posto mio non vi sareste sentiti fortunati? Io si! Mi barcamenavo dalle 6:30 del mattino, l’ansia mi aveva logorato per tutto il tempo, e poi scopro di essere stata accompagnata da “un’aurea magica” che mi ha praticamente salvato l’esame. Meritavo di far colazione!!!
Assieme al mio gruppo di studio, quindi, mi recai al bar della facoltà, al piano di sopra, ed ordinai la mia solita colazione. Mentre il barista si accingeva a servirmi la brioche, una voce maschile disse: “ne dia una anche a me, per favore!”. Era il mio Prof!
Consumai la colazione in fretta e furia, interrogandomi – tra me e me – sulla situazione alquanto surreale, mi ustionai la gola ingurgitando l’espresso e corsi in aula.
Ecco quindi che in una giornata particolare come questa, dove l’Italia è barricata a causa del Covid-19, mi sono fatta trasportare dalle emozioni e dai ricordi, ed ho realizzato una delle “cose buone” a me care.
Ricetta per 7 brioches
- 250g farina 0
- 250g farina Integrale
- 4 g lievito di birra
- 75 g zucchero semolato
- 120 ml latte
- 100 g burro
- 2 uova
- un pizzico generoso di sale rosa
- scorza di mezzo frutto di limone e di arancia
- semi di vaniglia, mezza bacca
Realizzazione brioches (procedimento con impastatrice)
Scaldate il latte, versateci il lievito e lasciatelo sciogliere, quindi unitelo alla farina che avete precedentemente setacciato. Unite le uova, montate la frusta a gancio e iniziate ad impastare. Una volta che la parte liquida risulterà assorbita, potete aggiungere gli aromi e il sale. Successivamente lo zucchero.
Appena noterete che gli ingredienti avranno formato un unico impasto, aggiungete il burro a tocchetti poco per volta: versatene un cubetto, aspettate che venga assorbito durante la lavorazione, quindi aggiungete un altro, e cosi fino ad esaurimento del burro. Io ho unito il burro 10gr per volta.
Lavoratelo fin quando l’impasto non risulta più appiccicoso, ed a questo potete prelevarlo. Dategli una forma sferica con una veloce pirlatura, e mettetelo in una ciotola (va bene anche la stessa dove l’avete lavorato con la planetaria) dove lo lascerete lievitare quattro ore coperto con pellicola.
Trascorso il tempo di lievitazione, versate l’impasto su un piano da lavoro e dividetelo in quattro parti.
A questo punto munitevi di bilancia e ricavate sette pezzi di impasto da cento grammi cadauno, e altri sette pezzi di impasto da trenta grammi cadauno, conferendogli una forma tonda.
Lasciateli a lievitare per un’altra ora almeno, quindi componeteli: create un incavo nella pallina grande, affondando un dito al centro, quindi allungate conicamente la parte inferiore della pallina piccola e poggiatela su quella grande. La lievitazione le farà compattare, e cosi non vi ritroverete, in cottura, i tuppi staccati.
Avete quindi due alternative:
- o porle in freezer e le tirerete fuori la sera prima di cuocerle al mattino
- oppure le fate lievitare altre 6 ore circa, e poi cuocete in forno preriscaldato a 180×15′, spennellando dapprima la superficie con del latte.
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P.S. l’esame poi lo superai! 😉